Il Governo impone la fiducia sul Decreto trasparenza

Il Governo impone la fiducia sul Decreto trasparenza

Nonostante tutta la filiera, gli esperti di settore e l’Antitrust, avessero “bocciato” il famigerato cartello del prezzo medio, nonostante tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compattamente, abbiano cercato una mediazione ragionevole, presentando emendamenti per cercare di “migliorare” un provvedimento nato “di pancia” su presupposti e dati oggettivi sbagliati ed incontrollati, il Governo si impunta, imponendo il voto fiducia sul Decreto, come fosse una questione di vita o di morte, continuando ad individuare i Gestori quali responsabili di una speculazione che non esiste al livello della fase finale della distribuzione.

I dati oggettivi sono che solo nel mese di Gennaio la GdF, con l’ausilio di 650 pattuglie, distolte da altre più serie attività, ha effettuato oltre 2.500 verifiche sugli impianti, (a fronte di circa 5000 controlli eseguiti in tutto il 2022), arrivando a sanzionare perfino la mancata esposizione di un cartello del prezzo medio, previsto dal Decreto che non solo deve essere ancora convertito, ma di cui mancano ovviamente i Decreti attuativi che dovranno individuare sia le modalità e le tempistiche del cartello sia l’elaborazione del famigerato “prezzo medio Regionale” che vi si dovrà esporre, in sostanza sanzionando la mancata presenza di un cartello in bianco.

Il tutto mentre nella zona grigia dei soggetti che non si sono mai iscritti al portale del Ministero si continua a non comunicare i prezzi praticati; mentre continuano le frodi fiscali; mentre, ad un livello più alto – e quindi inarrivabile da controllare – si sviluppano le speculazioni di ordine finanziario che si annidano nei mercati internazionali del greggio e dei prodotti raffinati.

A fronte di un tanto, a puro scopo mediatico, ci si accanisce proprio sulla parte della filiera che è, per vincoli commerciali ed economici, l’unica a non poter agire sul prezzo finale.

Figisc/Anisa Confcommercio, assieme ai propri gestori della rete stradale ed autostradale, esprime il più vivo disappunto per un esecutivo, che, in piena contraddizione, da un lato ha dichiarato pubblicamente che la Categoria non è responsabile di alcuna speculazione, mentre dall’altro la sottopone ad ulteriori controlli e sanzioni, sostenendo nei fatti le ragioni di una campagna denigratoria che la identifica ancora come la causa degli elevati prezzi dei carburanti portando avanti un’ideologia del “cartello” che non reca alcun beneficio, diritto od effetto pratico per gli automobilisti italiani, anzi semmai li espone al rischio di un allineamento dei prezzi verso l’alto e ad una riduzione della concorrenza.

Assieme al Colleghi delle altre Sigle Sindacali valuteremo ulteriori iniziative di protesta nei confronti del Governo.