Federazione Moda Italia

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Federazione Moda Italia è la più importante rappresentanza d'impresa del settore Moda in Italia costituita nel 1949.

In base all'art. 2 dello Statuto, con riferimento agli ambiti settoriali riconosciuti da Confcommercio-Imprese per l'Italia, Federazione Moda Italia costituisce il sistema di rappresentanza unitario nazionale dei soggetti imprenditoriali che esercitano le attività del commercio al dettaglio e all'ingrosso del settore Moda (e quindi abbigliamento, intimo, calzature, pelletterie), accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, o in attività a queste contigue o affini, che si riconoscono nei valori del mercato e della concorrenza, della responsabilità sociale dell'attività d'impresa e del servizio reso ai cittadini, ai consumatori e agli utenti, ex art. 13 dello Statuto confederale. Tutela e rappresenta a livello nazionale gli interessi sociali ed economici degli operatori fornendo servizi di informazione, formazione, assistenza e consulenza, in coerenza con le esigenze di sviluppo economico, di qualificazione e di supporto.

Federazione Moda Italia è la più importante Organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori Moda, abbigliamento, calzature, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, pelletterie, accessori, articoli sportivi, con oltre 30.000 imprese commerciali piccole e medie associate. Aderisce a Confcommercio Imprese per l'Italia e rappresenta le attività delle 92 Associazioni Provinciali di categoria italiane.

Federazione Moda Italia nasce dalla Federazione Nazionale Dettaglianti Tessili Abbigliamento Arredamento fondata il 14 aprile del 1949 assumendo, nel gennaio del 2002, l'attuale denominazione a seguito dall'avvenuta fusione per incorporazione tra Federabbigliamento (incorporante), la Federazione Nazionale Grossisti Abbigliamento e la Federazione Nazionale Pelletterie e Valigerie (incorporate) e nel luglio 2018 Federcalzature.

Federazione Moda Italia, in particolare, tutela gli interessi generali dei soggetti imprenditoriali e professionali che operano nei settori indicati, prefiggendosi di:

- promuovere e tutelare gli interessi morali, sociali ed economici dei soggetti rappresentati nei confronti di qualsiasi organismo, sia pubblico che privato;

- favorire le relazioni fra gli associati per lo studio e la risoluzione dei problemi di comune interesse;

- valutare e risolvere problemi di carattere organizzativo economico e sociale;

- assistere e rappresentare gli associati nella stipulazione di contratti collettivi integrativi e/o nella promozione di ogni altra intesa od accordo di carattere economico o finanziario;

- designare e nominare i propri rappresentanti o delegati in enti, organi o commissioni ove tale rappresentanza sia richiesta od ammessa;

- promuovere e favorire servizi e attivitàdi assistenza alle imprese associate, sotto qualunque forma giuridica, direttamente o indirettamente;

- assumere iniziative intese a promuovere la formazione professionale, tecnica e sindacale degli imprenditori e dei loro dipendenti, nonché porre in atto le azioni necessarie alla formazione di aspiranti imprenditori; concorrere economicamente al conseguimento di tutte le proprie finalità; espletare ogni altro compito che dalle leggi o da deliberati dell'Assemblea sia ad essa direttamente affidato.

Consiglio direttivo
Roberto Ricchiardi Presidente
Claudio Balansino Vice Presidente Vicario
Micaela Delsanto Vice Presidente
Paolo Marini Vice Presidente
Manuela Pecchio Consigliere
Cinzia Ellena Consigliere
Valeria Bellino Consigliere
Nadia Di Mauro Consigliere

Saldi invernali 2023, con il segno positivo

Ricchiardi, Confcommercio Imprese per l’Italia-Federmoda, “l’esame dei dati Istat sulle vendite propone una realtà ed una prospettiva positiva per l’abbigliamento, calzature ed accessori moda”

“L’esame dei dati Istat – interviene Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – offre un’immagine con il segno più per le vendite al dettaglio che, dopo il calo del mese precedente, a gennaio aumentano, sia su base mensile (+1,7% in valore e +1,2% in volume) che su base annua (+6,2% in valore, ma -2,4% in volume)”.

“Rispetto al mese precedente – precisa Ricchiardi – l’Istat stima in crescita le vendite di beni alimentari e quelle dei beni non alimentari (+1,4% in valore e 0,7% in volume), con variazioni positive per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di quelli farmaceutici, con aumento maggiore per la profumeria e cura della persona (+10,7%) e per abbigliamento (+9,4%) e calzature”.

“Cogliamo – conclude Roberto Ricchiardi – positivamente il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio al termine dell’elaborazione dei dati Istat, in quanto il miglioramento delle vendite a volume, pur rappresentando una boccata d’ossigeno per molte aziende che da tempo vivono una situazione di difficoltà, ha solo permesso di attenuare la tendenza al ridimensionamento della domanda”.

“Sul dato dell’ultimo mese, inoltre, ha influito il buon andamento dei saldi; il permanere di un’inflazione elevata rende ardua l’ipotesi che quanto registrato nel mese di gennaio sia il sintomo dell’inizio di una fase più positiva per la domanda di beni”.

Natale 2022: con le tredicesime e un rinnovato senso di fiducia ci si aspetta una buona risposta per la moda negli ultimi giorni prima del Natale

Federazione Moda Italia, "il contesto è difficile, ma ci aspettiamo qualche sorpresa"

Dopo un novembre che registra un calo medio del 2,4% delle vendite di prodotti di moda rispetto al 2021, Federazione Moda Italia-Confcommercio confida in una crescita degli acquisti negli ultimi giorni prima del Natale. Dai monitoraggi sui negozi associati, nel 2022 si è visto il segno positivo solo ad aprile (+3,5%), maggio (+5,7%) e agosto (+1%); tuttavia, lascia ben sperare il fatto che tra i regali più desiderati di questo Natale ci siano gli intramontabili prodotti di moda, dalla maglieria ai pantaloni, dai piumini agli abiti e giacche, dalle scarpe alle sneaker, dalle borse di qualità agli immancabili accessori, fino agli articoli sportivi.

Per Federazione Moda Italia-Confcommercio: «Non si può parlare di ripresa dei consumi di moda, viste le performance di vendita altalenanti ma, complice la stagione più fredda, l’esplosione del turismo nel ponte dell’Immacolata nelle città d’arte e di vacanza e la prevedibile crescita degli acquisti più importanti e ragionati degli ultimi giorni, si respira un rinnovato spirito di festa che fa ben sperare in un buon Natale tanto per i consumatori quanto per i commercianti. Crediamo in quello che vogliamo definire l’ottimismo della ragione, ma l’incertezza per il caro energia, l’impennata dell’inflazione e dei costi dei consumi obbligati preoccupano ancora i nostri operatori. Non possiamo permetterci ulteriori passi falsi. La ricetta per rilanciare la fiducia è quella di accelerare il taglio delle tasse, a partire dall’Irpef e dagli oneri contributivi a carico delle imprese, come pure sarebbe importante estendere la cedolare secca alle locazioni commerciali».

Federazione Moda Italia-Confcommercio "Preoccupano le vendite. I rincari frenano gli acquisti. Servono segnali e progetti costruttivi dal Governo"

In tempi di caro bollette il classico shopping della moda non decolla e anche se è presto per dichiarare un effettivo calo delle vendite tra i negozianti del settore serpeggia una forte preoccupazione. “Abbiamo collezioni bellissime acquistate tra dicembre 2021 e gennaio 2022, capi anche costosi che abbiamo comprato con aspettative ottimistiche, che la pandemia passasse, ma ora la situazione di grande difficoltà non può che preoccuparci”.

E’ quanto afferma Federazione Moda Italia-Confcommercio, in rappresentanza di 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori ed articoli sportivi in cui operano 293.497 addetti in Italia.

“L’aumento dei costi in generale e delle bollette fa sì che i consumatori siano prudenti. I consumi rallentano quando c’è incertezza – aggiunge – e anche se c’è una gran voglia di ritorno alla normalità e soprattutto da parte femminile di comprare qualcosa, la frenata economica sta condizionando l’appeal di acquisti di abbigliamento e accessori”.

In base a un sondaggio flash che Federmoda Italia sta svolgendo dal 30 settembre al 10 ottobre tra i commercianti emerge che “le vendite sono leggermente inferiori o stabili, ma sta di fatto che molti negozi stanno pensando di chiudere anche per l’enorme aumento dei costi”.

“Ci attendiamo segnali e progetti costruttivi dal governo, – sostiene Federmoda – lavoreremo sulla filiera dal produttore al consumatore ma pensiamo di avere una interazione con le altre associazioni: Cna, Confartigianato, Confindustria, Confesercenti per fare un ragionamento insieme e cercare di risolvere il problema della moda, un problema latente per impedire che i negozi chiudano, e poi riaprano più come moda”. “Il fenomeno riguarda alcune città e certi comuni più piccoli e
poco frequentati dove non c’è lo shopping tourist. E poi – sostiene Federmoda – la clientela deve capire che se uno compra un vestito online alimenta una concorrenza sleale, sul web infatti i costi non sono comparabili con quelli che abbiamo noi”.

Decreto Aiuti Ter: Accolte le nostre richieste. Contributi anche alle imprese non energivore e gasivore

"Un piccolo, ma importante e doveroso segnale per le imprese della Moda"

A seguito dell’estensione alle imprese non energivore e gasivore del credito d’imposta per far fronte agli aumenti di luce e gas di ottobre e novembre, Federazione Moda Italia-Confcommercio, pur non rilevando un effetto retroattivo della misura che sarebbe stata utile per far fronte agli effetti del caro energia già subiti nei mesi di luglio, agosto e settembre, riconosce al Governo di aver accolto il grido d’allarme del settore.

Per il Presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Considerato il momento e la situazione, la risposta del Governo alle richieste del Presidente di Confcommercio, e di Federazione Moda Italia, c’è stata: la misura del Decreto Aiuti ter che estende ai nostri negozi ed alle nostre attività il credito d’imposta per le spese di energia elettrica e gas, è un piccolo, ma importante e doveroso segnale di attenzione. I 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori in Italia in cui operano 293.497 addetti, potranno, almeno in parte, affrontare l'autunno con maggiore consapevolezza e contenere gli incrementi dei costi energetici e di gas per ottobre e novembre che risulterebbero altrimenti sempre più insopportabili”.

“Rimangono vive – conclude Federazione Moda Italia – le nostre richieste di attenzione alla politica con l’obiettivo di vedere riconosciuto nel prossimo futuro un credito d’imposta sui canoni di locazioni commerciale oltre al blocco degli aumenti Istat e l’indispensabile riduzione del cuneo fiscale”.

Caro energia: Da Federazione Moda Italia-Confcommercio un grido d’allarme e un appello alla politica

"A rischio il 10% dei negozi di moda. Tre richieste fondamentali per salvare il settore moda"

Caro energia e inflazione rischiano di mettere al tappeto 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori in Italia in cui operano 293.497 addetti.
A lanciare l’allarme che pone a rischio chiusura almeno il 10% delle attività commerciali della moda è Federazione Moda Italia-Confcommercio, che chiede alla politica attenzione ad un settore consapevole della situazione attuale che contribuisce in maniera importante alla produzione del PIL, alla vitalità dei centri storici e all’attrattività turistica delle nostre città: “Dopo le restrizioni e le chiusure, peraltro non ristorate in maniera soddisfacente, le bollette di gas e luce sono un ulteriore colpo da knock down per molti negozi che faranno fatica a rialzarsi. Sono costi che impatteranno sicuramente sulla tenuta e sui bilanci delle aziende. Chiediamo, pertanto, alle Istituzioni come dovremo comportarci e chi pagare per primi tra bollette energetiche, tasse, fornitori, affitti, stipendi e servizi. Le nostre aziende si stanno impegnando per contenere i prezzi e rendere appetibili i prodotti destinati a un consumatore sempre più attento e con una capacità di spesa invariata. Basti pensare che ad agosto l’inflazione è schizzata all’8,4%, ma le variazioni tendenziali di abbigliamento e calzature sono aumentate solamente dell’1,7%. Non vogliamo perdere ulteriori vetrine e insegne di negozi che svolgono una funzione sociale oltre che economica perché rispondono alle esigenze di aggregazione, di sicurezza e di normalità.
In sintonia con le richieste del Presidente di Confcommercio, Federazione Moda Italia lancia un appello alle forze politiche e al Governo con tre punti fondamentali: 1) l’intervento immediato sul caro energia che possa compensare gli insopportabili rincari per i negozi di moda; 2) un credito d’imposta sui canoni di locazioni commerciale oltre al blocco degli aumenti Istat; 3) l’indispensabile riduzione del cuneo fiscale. Serve, inoltre – conclude Federmoda – un’assunzione di responsabilità da parte dei fornitori di energia e gas che, in questo periodo, realizzano consistenti utili senza riversarne i vantaggi sulla collettività. Federazione Moda Italia vuole continuare a dare coraggio e fiducia alle imprese che resistono, a quelle che potrebbero aprire ed anche ai collaboratori e ai dipendenti che condividono con le aziende questo difficile momento”.

Caro bollette, costi insostenibili per i negozi di Moda

"Urgente estendere credito d'imposta ai negozi di moda, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori"

A commento dei forti rincari energetici, interviene Federazione Moda Italia-Confcommercio: “L’aumento assolutamente insostenibile dei costi dell’energia colpisce veramente tutti i comparti e in modo particolare quello del settore della Moda che vede nelle prospettive future una grave difficoltà nel poter mantenere posizioni fondamentali all’interno dei centri storici ed allo stesso tempo nella necessità di tutelare centinaia di migliaia di posti di lavoro”. 

“Il nostro settore – prosegue Federmoda – è uno snodo fondamentale della filiera del made in Italy. La forte preoccupazione arriva dei segnali non incoraggianti che provengono dai nostri fornitori con un aumento dei prezzi di circa un 15% che potrà essere difficilmente sostenibile dal consumatore finale che vedrà, tra l’altro, ulteriormente ridotta la propria capacità di spesa. Basti pensare che, così come denunciato da Confcommercio, gli aumenti della spesa annuale tra luglio 2021 e luglio 2022 sono arrivati a toccare il 122% per l’elettricità e il 154% per il gas. Una situazione che non potrà essere risolta con una serie di interventi a pioggia, ma che richiede una precisa presa di coscienza e valutazione alle forze politiche nel loro complesso”.  

“Si ritiene - conclude Federmoda - che la strada intrapresa insieme al nostro presidente Confederale, Carlo Sangalli, sia un percorso che punta sì al dialogo ma che nel contempo sottolinea con forza la improrogabile necessità di un intervento strutturale a favore delle piccole e medie imprese che sono parte integrante ed essenziale per la salvaguardia delle città e dei centri storici. Da chi ci verrà a governare ci aspettiamo risposte adeguate, ma ora è urgente estendere ed incrementare il credito d’imposta anche alle nostre imprese del dettaglio moda che, pur non essendo classificate come energivore e gasivore, necessitano di un aiuto immediato per far fronte a costi sempre più importanti e margini sempre più rosicati ai limiti della sopravvivenza dei 191.544 punti vendita del settore moda e dei 278.964 addetti”. 

Saldi: Federmoda, turismo salva incassi, timori per settembre

"A Ferragosto l'andamento dei saldi risulta stabile sul 2021, grazie anche al turismo, che è stato incisivo rispetto agli anni precedenti. Piccolo recupero rispetto al -10% di fine luglio"

"A Ferragosto l'andamento dei saldi risulta stabile sul 2021, grazie anche al turismo, che è stato incisivo rispetto agli anni precedenti".

A fare un bilancio sulle vendite in saldo è Federazione Moda Italia-Confcommercio.

"Si tratta di un piccolo recupero rispetto al -10% di media nazionale registrato a fine luglio, dopo il primo mese di saldi", prosegue Federmoda, sottolineando però le preoccupazioni per il mese di settembre, quando il flusso turistico dovrebbe rallentare. "Per questo - afferma - bisognerebbe allungare la stagione turistica, facendo in modo che non si limitasse solo al mese di agosto".

Quanto all'inflazione, Federmoda spiega come "il settore dell'abbigliamento", a differenza di altri, debba ancora "scontare una corsa al rialzo dei prezzi". "Nei negozi del comparto non c'è stato un aumento dei prezzi e con i saldi il consumatore può acquistare a prezzi bassissimi, sarà molto difficile in futuro farlo a queste condizioni. La più grande preoccupazione è svegliarsi un giorno con costi che non sono accettati dal consumatore, perché troppo alti".

Per questo, spiega Federmoda, sono necessari interventi da parte del governo a sostegno del settore: "Agire per i costi energivori sulle bollette; intervenire sul cuneo fiscale per dare maggior denaro ai lavoratori, quindi ai consumatori; operare nel settore una piccola rivoluzione dell'Iva per contenere i prezzi al consumo". "Bisognerebbe anche intervenire - conclude - sugli gli affitti, come fatto durante il periodo del Covid con il credito di imposta".

Saldi estivi: -10% a luglio. Si salva solo lo shopping tourism

Federazione Moda Italia-Confcommercio, "Tengono solo le località turistiche e alcune città d'arte, ma sul mercato interno ancora troppe incertezze. Il Governo agisca prima che sia troppo tardi"

A chiusura del mese di luglio, l’andamento dei saldi registrato su un campione rappresentativo di aziende associate a Federazione Moda Italia-Confcommercio sul territorio italiano, risulta mediamente negativo del 10%, con il 54% degli operatori che ha registrato un calo. Il 33% ha dichiarato la stabilità e solo il 13% una positività delle vendite rispetto allo stesso mese del 2021.

A commento degli esiti del sondaggio sull’andamento dei saldi nel mese di luglio, interviene Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Dai dati si comprende come sia importante il connubio tra moda e turismo. I risultati migliori sono quelli che arrivano dallo shopping tourism; mentre, sul mercato interno, la perdita media è a doppia cifra. La crescita del caro energia e il calo della fiducia hanno, ad oggi, sicuramente inciso sulle scelte d’acquisto degli italiani”.

“Da questi dati si comprende quanto mai sia necessario ed urgente concretizzare quanto abbiamo chiesto, in perfetta sintonia con Confcommercio: la riduzione del cuneo fiscale e dei costi energetici. Sarebbe oltremodo determinante – conclude la federazione – l’intervento del governo sui temi avanzati al Tavolo della Moda sulla riduzione dell’IVA per abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile casa ed articoli sportivi, come uno degli elementi essenziali per il rilancio dei consumi, prima che sia veramente troppo tardi”.

Da Federazione Moda Italia-Confcommercio le richieste al Governo per la riduzione di IVA, caro energia e cuneo fiscale

"La moda va salvaguardata. Serve una strategia straordinaria per incentivare la ripresa dei consumi"

Federazione Moda Italia-Confcommercio si dice fortemente preoccupata dei riflessi della crisi di Governo sul mondo delle imprese commerciali del fashion retail e sui cittadini.

Per Federazione Moda Italia-Confcommercio «La situazione è difficile per le imprese della moda e siamo perfettamente consapevoli che sarà ancor più complicata nel prossimo futuro a causa della costante crescita dei prezzi energetici e, di pari passo, dell’inflazione, che rischiano di creare insopportabili problemi alle tasche degli italiani e di mettere in ginocchio l’intera filiera della moda. Occorre agire e non pensare solo all’ordinario. Serve una forte responsabilità delle forze politiche e del Governo. Per questo, dopo il Tavolo della Moda e nella consapevolezza di essere entrati in un periodo di gestione degli affari correnti, abbiamo inviato al Mise una serie di proposte concrete per dare un nuovo impulso all’economia della moda in forte sofferenza e, ad oggi, minimamente ristorata nonostante le grandi perdite».

«In perfetta sintonia con quanto richiesto dal presidente di Confcommercio – prosegue – le priorità che Federazione Moda Italia reputa urgenti per imprese e cittadini riguardano gli interventi sulla riduzione del caro energia, del cuneo fiscale nonché dell’aliquota massima dell’Iva del 22% su abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi. Questo al fine di sostenere il potere di acquisto dei consumatori. In prospettiva è fondamentale, anche per il futuro dei nostri giovani e delle nostre città, facilitare il passaggio generazionale e la cessione di azienda o rami di azienda per dare continuità alle attività di famiglia o anche favorire l’inserimento di soggetti terzi, valorizzare e sostenere i negozi storici, incentivare l’apertura di negozi di moda con particolare attenzione alle imprese di giovani e femminili».

Saldi estivi: S’intravede qualche segnale di stabilità, anche se è troppo presto per una valutazione complessiva

Federazione Moda Italia, "Prima settimana ai livelli dello scorso anno. Buone notizie dal turismo"

È partita, con qualche segnale incoraggiante, la corsa all'affare dei saldi estivi con vetrine colorate e cartelli che annunciano la presenza di sconti e ribassi.

Il 61% dei negozi di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori che ha risposto al monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio ha registrato un incremento o una stabilità rispetto alla prima settimana di vendite nei saldi estivi del 2021, contro un 39% che ha avuto un calo.

Per Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Sono giornate di importante risparmio che consentono di affrontare in maniera più spensierata, ancorché responsabile, i generalizzati rincari di bollette, carburanti, prodotti e inflazione. È prematuro valutare ora l’impatto di questi saldi estivi che, mediamente, durano 60 giorni – prosegue Federmoda. La prima settimana di shopping scontato, tuttavia, lascia intravedere qualche segnale di stabilità dei saldi rispetto a quelli del 2021 soprattutto grazie al turismo, vera novità di quest'anno, che ha affollato città d’arte e rinomate località del bel Paese. Un avvio che ci lascia ben sperare ed essere un po’ più ottimisti per una ragione molto semplice. Se guardiamo all’inflazione, schizzata all’8%, quella che riguarda solo abbigliamento e calzature è ferma all’1,7%. Si può dire, sostanzialmente, che in questo settore è cambiato poco o nulla sul fronte dei prezzi. Prezzi che, con questi saldi, si abbasseranno ulteriormente con percentuali medie di sconto intorno al 30%.

Un cauto ottimismo arriva dalle stime Confcommercio sulle spese degli italiani nei due mesi di saldi estivi, pari a 3,1 miliardi di euro per il 2022, a fronte dei 2,6 miliardi del 2021. Sarà, quindi, un'ottima occasione – conclude Federazione Moda Italia-Confcommercio – per fare buoni acquisti e sostenere i consumi e il PIL italiano e rilanciare al contempo gli acquisti nei negozi delle nostre città.

Sarà, però, importante – come ribadito dal Presidente di Confcommercio – che il Governo agisca in fretta con aiuti a cittadini e imprese sul caro energia e cuneo fiscale. Richieste che porteremo, unitamente a quelle peculiari della nostra categoria, al Tavolo della Moda convocato dal MISE il prossimo 14 luglio”.

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"A rischio il 10% dei negozi di moda. Tre richieste fondamentali per salvare il settore moda"