Federazione Moda Italia
Federazione Moda Italia
Federazione Moda Italia è la più importante rappresentanza d'impresa del settore Moda in Italia costituita nel 1949.
In base all'art. 2 dello Statuto, con riferimento agli ambiti settoriali riconosciuti da Confcommercio-Imprese per l'Italia, Federazione Moda Italia costituisce il sistema di rappresentanza unitario nazionale dei soggetti imprenditoriali che esercitano le attività del commercio al dettaglio e all'ingrosso del settore Moda (e quindi abbigliamento, intimo, calzature, pelletterie), accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, o in attività a queste contigue o affini, che si riconoscono nei valori del mercato e della concorrenza, della responsabilità sociale dell'attività d'impresa e del servizio reso ai cittadini, ai consumatori e agli utenti, ex art. 13 dello Statuto confederale. Tutela e rappresenta a livello nazionale gli interessi sociali ed economici degli operatori fornendo servizi di informazione, formazione, assistenza e consulenza, in coerenza con le esigenze di sviluppo economico, di qualificazione e di supporto.
Federazione Moda Italia è la più importante Organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori Moda, abbigliamento, calzature, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, pelletterie, accessori, articoli sportivi, con oltre 30.000 imprese commerciali piccole e medie associate. Aderisce a Confcommercio Imprese per l'Italia e rappresenta le attività delle 92 Associazioni Provinciali di categoria italiane.
Federazione Moda Italia nasce dalla Federazione Nazionale Dettaglianti Tessili Abbigliamento Arredamento fondata il 14 aprile del 1949 assumendo, nel gennaio del 2002, l'attuale denominazione a seguito dall'avvenuta fusione per incorporazione tra Federabbigliamento (incorporante), la Federazione Nazionale Grossisti Abbigliamento e la Federazione Nazionale Pelletterie e Valigerie (incorporate) e nel luglio 2018 Federcalzature.
Federazione Moda Italia, in particolare, tutela gli interessi generali dei soggetti imprenditoriali e professionali che operano nei settori indicati, prefiggendosi di:
- promuovere e tutelare gli interessi morali, sociali ed economici dei soggetti rappresentati nei confronti di qualsiasi organismo, sia pubblico che privato;
- favorire le relazioni fra gli associati per lo studio e la risoluzione dei problemi di comune interesse;
- valutare e risolvere problemi di carattere organizzativo economico e sociale;
- assistere e rappresentare gli associati nella stipulazione di contratti collettivi integrativi e/o nella promozione di ogni altra intesa od accordo di carattere economico o finanziario;
- designare e nominare i propri rappresentanti o delegati in enti, organi o commissioni ove tale rappresentanza sia richiesta od ammessa;
- promuovere e favorire servizi e attivitàdi assistenza alle imprese associate, sotto qualunque forma giuridica, direttamente o indirettamente;
- assumere iniziative intese a promuovere la formazione professionale, tecnica e sindacale degli imprenditori e dei loro dipendenti, nonché porre in atto le azioni necessarie alla formazione di aspiranti imprenditori; concorrere economicamente al conseguimento di tutte le proprie finalità; espletare ogni altro compito che dalle leggi o da deliberati dell'Assemblea sia ad essa direttamente affidato.
Roberto Ricchiardi | Presidente |
Micaela Delsanto | Vice Presidente Vicario |
Valeria Bellino | Vice Presidente |
Paolo Marini | Vice Presidente |
Manuela Pecchio | Consigliere |
Federica Ferrero | Consigliere |
Paolo Castagno | Consigliere |
Giulia Noemi Farina | Consigliere |
Saldi, a luglio vendite -8,1%. Federmoda: “Serve un cambio di passo per sostenere chi resiste, anima le città e dà lavoro. Al Ministro Urso tre proposte”
Secondo i dati di Federazione Moda Italia-Confcommercio, a seguito del monitoraggio effettuato sulle imprese associate, le vendite di prodotti di moda (abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile casa e articoli sportivi) hanno registrato un calo medio del 4,6% nel I semestre 2024 e neppure i saldi di luglio sono riusciti a invertire il trend dei consumi, con una perdita media in valore dell’8,1% sullo stesso periodo di luglio del 2023. Il 60% delle imprese che hanno risposto al questionario ha riportato, infatti, vendite in calo, mentre il restante 40% ha registrato una crescita (15%) o una stabilità (25%).
Per Federazione Moda Italia-Confcommercio, “Dopo un primo semestre così complicato per i negozi di moda, gli sconti più importanti di questo periodo potrebbero determinare per i consumatori un maggior interesse per i capi più significativi da indossare e sfoggiare durante le vacanze estive. Ma di questo passo si vedranno aumentare solo le chiusure dei negozi. Preoccupa molto il fatto che nel solo 2023 siano spariti dalle nostre strade 5.080 negozi di moda, che hanno lasciato quasi 10.000 persone in cerca di nuova occupazione. Rimane, quindi, un senso d’impotenza per un recupero e rilancio di un settore che rappresenta un fondamentale pilastro dell'economia nazionale, contando 170.828 punti vendita che occupano 299.890 addetti. Come Federazione Moda Italia-Confcommercio stiamo lavorando su più fronti, sia a livello nazionale che territoriale, per ridare fiducia alle imprese e per diffondere il valore economico e sociale dei nostri negozi di prossimità. Da più tempo lanciamo segnali di preoccupazione e allarme di tenuta dell’intero comparto. Servono, però, risposte urgenti e concrete con interventi mirati ed innovativi per contribuire alla crescita del PIL nazionale. Riteniamo che dalle nostre proposte al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al Tavolo della Moda del 6 agosto scorso, si potranno trovare soluzioni per arrestare quest’emorragia commerciale. Sono soluzioni che potrebbero essere determinanti per tutta la filiera perché se chiudono i negozi di prossimità potrebbero essere inevitabilmente coinvolti anche altri soggetti imprenditoriali dalla produzione della materia prima al confezionamento fino agli agenti e rappresentanti. È fondamentale che il Governo - come sostenuto dal Presidente di Confcommercio - intervenga per sostenere la riqualificazione urbana attraverso il miglior utilizzo dei fondi del PNRR. Per quanto riguarda il settore moda, occorre una tutela dei negozi fisici dai colossi del web attraverso il rispetto del principio dello ‘stesso mercato stesse regole’ e un’azione diretta al rilancio dei consumi interni attraverso alcuni innovativi provvedimenti che segnaleremo al Ministro Urso in un documento di proposte e in particolare: 1) l’introduzione di una detrazione d’imposta sulla dichiarazione dei redditi dei contribuenti per l’acquisto di prodotti di moda sostenibili effettuato nei negozi fisici; 2) l’applicazione di un'aliquota IVA agevolata sui prodotti di moda; 3) un credito d’imposta del 30% sulle locazioni commerciali o una cedolare secca sugli affitti commerciali condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto a seguito di specifico accordo tra locatore e conduttore”.
Saldi estivi 2024 da sabato 6 luglio. Ricchiardi, “Il cliente trova nei negozi di vicinato assistenza e consulenza quotidiana”.
“I negozi di vicinato sono pronti - dichiara Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – ad accogliere i clienti con l’assistenza e la consulenza di sempre, nel rispetto delle regole, grazie agli accordi nazionali con le Associazioni dei Consumatori”.
“Ricordiamo – precisa Ricchiardi - che è in vigore l’applicazione del nuovo Codice del Consumo, che modifica le norme su sconti, promozioni, liquidazioni e saldi ed introduce per la prima volta una regolamentazione anche delle vendite online”.
Un’importante risposta alla richiesta di Federazione Moda Italia e Confcommercio a tutela del principio “stesso mercato, stesse regole”.
Federazione Moda Italia-Confcommercio ritiene importante migliorare il rapporto con i fornitori che deve essere aggiornato alla situazione economica generale.
Nell’ambito del Tavolo della Moda nazionale, al Governo sono state richieste la detrazione d’imposta sui consumi di moda Made in Italy, la riduzione dell’IVA sui prodotti di Moda e cedolare secca sulle locazioni a seguito di riduzione del canone.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro – pari a 92 euro pro capite - per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro.
I saldi inizieranno sabato 6 luglio, per una durata di otto settimane ed interesseranno tutti quei settori soggetti all’evoluzione della moda ed alla stagionalità, quindi, per esempio, abbigliamento, calzature, accessori moda, abbigliamento sportivo, casalinghi e quant’altro.
L’uniformità di norme previste evita le cosiddette “migrazioni da saldi” ed un’inutile concorrenza tra territori.
“Con l’auspicio - interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – che si consolidi lo shopping e che i saldi estivi siano un’occasione importante per sia per il Cliente che per l’imprenditore commerciale”.
“Sono confidente – conclude Chiapella – che con l’applicazione della Direttiva Omnibus vengano eliminate le possibili sacche di illegalità e che vengano riequilibrati i rapporti di forza in un mercato che non può rimanere senza regole. Occorre dare certezze alle imprese per garantire i valori della nostra società e creare una prospettiva”.
“I saldi – conclude Luca Chiapella - rappresentano per i consumatori un’opportunità da non perdere, perché potranno acquistare prodotti di moda e di qualità con un’ampia scelta. Per il comparto, invece, è il momento di decisioni e scelte essenziali per il prossimo futuro in un rapporto di filiera”.
Vendite di moda nel I trimestre ferme al -4,2%
Secondo il monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio sull’andamento delle vendite di moda, il primo trimestre 2024 si è chiuso con un calo medio del 4,2%. Le vendite di prodotti di moda hanno segnato in quest’inizio d’anno cali costanti rispetto al primo trimestre del 2023: -5% a gennaio; -4,5% a febbraio e -3,1% a marzo. Notizie migliori arrivano dal turismo in crescita che sostiene l’economia anche se delle mete più attrattive del Bel Paese.
Per Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Dal punto di vista delle vendite di prodotti di moda, l’avvio dell’anno e della stagione primavera/estate è stato più complicato del previsto. O meglio, il dettaglio moda auspica da tempo una ripresa che stenta ad arrivare. Preoccupano e molto l’accelerazione dei tempi della moda, la concorrenza diretta operata da molti brand, gli aumenti delle produzioni e i costi fissi che non accennano a diminuire, nonostante la frenata dell’inflazione.
Il retail della moda, pur rimanendo un fondamentale pilastro dell'economia nazionale, con 170.828 punti vendita che occupano 299.890 addetti e partecipando in maniera importante alla produzione del Prodotto Interno Lordo, ha registrato negli ultimi 4 anni un saldo nati-mortalità negativo di 16.863 negozi di moda e di 13.164 addetti (erano 187.791 con 313.054 addetti al 31/12/2019). Per dare l’idea di quanto sta accadendo nelle nostre città e per chi ancora non se ne fosse accorto, è come veder scomparire nelle nostre vie, strade e piazze, 11 negozi di moda al giorno per tutti i giorni dell’anno negli ultimi quattro anni. Negozi che abbassano quelle saracinesche che aprivano ogni giorno dando luce, decoro, sorrisi, socialità e servizi alla collettività e che non riapriranno più, esponendo le nostre città al rischio di desertificazione commerciale e depauperando i nostri centri. Fa male anche l’assenza di “rumore” per la chiusura di tanti punti vendita e la perdita di molta occupazione, oltre ai titolari dell’attività.
Per questo abbiamo chiesto al Tavolo della Moda un intervento urgente diretto al rilancio dei consumi, a partire dalla previsione di un’IVA agevolata per i prodotti di moda sostenibili e made in Italy o comunque un intervento per la detrazione delle spese per l’acquisto dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani. Vanno poi accompagnate le imprese nel processo di ri-generazione anche urbana. Oltre ai sostegni per l’innovazione dei negozi ci aspettiamo l’applicazione della cedolare secca sulle locazioni commerciali attraverso un canone concordato tra locatori e conduttori per ridurre il peso degli affitti; l’inserimento delle attività commerciali storiche nell’Albo delle imprese culturali e creative d’interesse nazionale previsto dalla legge sul Made in Italy in quanto espressione dell’identità culturale collettiva.
Nei rapporti con i fornitori – conclude Federmoda – occorre trovare un punto d’incontro, un patto di filiera su sostenibilità, concorrenza, tempistiche per pagamenti, consegne dei prodotti e disponibilità della merce”.
Federazione Moda Italia su saldi invernali: Dopo partenza lenta in leggera ripresa a fine gennaio
Sebbene i saldi invernali siano partiti a rilento con un calo medio a gennaio del 4,5% nella parte finale del mese si sono registrati segnali di ripresa. In particolare, il 55% delle imprese associate, che ha risposto al questionario, ha rilevato una perdita di fatturato, mentre il restante 45% ha dichiarato una crescita (26%) o una stabilità delle vendite (19%). E’ quanto emerge dal monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio sull’andamento delle vendite a gennaio.
Secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Il recupero nella seconda parte del mese è stato fondamentale per riportare un po’ più di fiducia tra gli operatori commerciali considerando che i saldi stanno proseguendo anche a febbraio con percentuali di sconto sicuramente attrattive. Questo recupero ha permesso di alleggerire i magazzini ed è servito a far fronte agli impegni e alle scadenze con i fornitori, rinunciando però ad una redditività che si è sempre più assottigliata e che mette in difficoltà l’intero comparto”.
“Come emerge dai dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio – sottolinea Federmoda – negli ultimi 10 anni la moda ha perso il 25,5% dei negozi nei nostri centri, vie e piazze. Per questo, Federazione Moda Italia con Confcommercio segnala una situazione molto complicata per i negozi di prossimità e, di conseguenza, un grave disagio per la vivibilità delle città e dei centri storici. Peraltro proprio di recente, lo scorso 6 febbraio, negli incontri al Ministero della Cultura e al Tavolo della Moda del Ministero dell’Imprese e del Made in Italy sulla valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy, abbiamo sottolineato il ruolo fondamentale dei negozi di moda in cui convivono, in modo virtuoso, professionalità, qualità ed anche ricerca nel fare commercio in modo innovativo”.
“La sfida per il futuro - conclude Federazione Moda Italia - è quella di coinvolgere istituzioni, fornitori e negozi retail in un progetto di filiera. Abbiamo così avanzato le nostre proposte per una detrazione d’imposta sulla dichiarazione dei redditi sull’acquisto di prodotti di moda Made in Italy e sostenibili; un bonus moda per incentivare la consegna di un prodotto usato nei negozi di prossimità per l’acquisto di un prodotto nuovo; l’introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali condizionata all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto a seguito di specifico accordo tra locatore e conduttore; un sostegno al passaggio generazionale nei negozi di moda; l’inserimento dei negozi e botteghe storici della moda nell’albo delle imprese culturali e creative”.
Saldi invernali 2024, inizio in chiaroscuro Ricchiardi, “Necessaria regolamentazione delle campagne sconti selvaggi, maggior sostegno alla presenza dei negozi di moda nelle città e nei centri storici”.
Secondo un primo monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio sull’andamento dell’avvio dei saldi invernali, le vendite hanno registrato una flessione del 8% con il 55% delle imprese che ha rilevato un calo a fronte di un 24% stabile e 21% in incremento rispetto allo stesso periodo del 2023. Un dato ancora parziale in quanto i saldi sono appena iniziati.
Per Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Sicuramente alcuni fattori meteo non hanno favorito una partenza dei saldi così brillante. Siamo comunque fiduciosi che vengano confermate le aspettative con un incremento dei clienti nei centri storici, nelle vie e piazze delle nostre città e dei nostri paesi. Per i consumatori ci sarà una grande possibilità di avere articoli di stagione a prezzi estremamente competitivi”. “Di certo le continue campagne di sconti ‘selvaggi’ lungo tutto l’anno dovranno essere oggetto di una seria regolamentazione.”
“Sono stati numerosi gli argomenti – afferma Roberto Ricchiardi, presidente del Sindacato di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – trattati durante l’incontro recentemente organizzato da Federazione Moda Italia Confcommercio alla Fortezza da Basso a Firenze in occasione di Pitti Immagine Uomo, al quale hanno partecipato i Consiglieri Nazionali ed i Presidenti Federazione Moda Italia di tutte le Associazioni di Confcommercio dal titolo "Federazione Moda Italia – Stile, ricerca, innovazione, sostenibilità". L’incontro, inserito nel Programma Ufficiale del Pitti, è stato anche un’occasione d’incontro con gli Organizzatori del Pitti.
“A fare più fatica – evidenzia Ricchiardi – sono principalmente i negozi di prossimità, perché più difficoltà a uscire dalla crisi dei consumi legata al settore abbigliamento, aggravata dagli effetti dell’inflazione sulle spese obbligate”.
I dati di Unioncamere e InfoCamere, inoltre, evidenziano un calo di oltre 9 mila negozi tra il 2019 e il 2023, con un particolare impatto sulle ditte individuali e le aziende meno strutturate.
“Questo determinerà – sottolinea Ricchiardi - un necessario cambiamento nei rapporti con i fornitori in termini innovativi e collaborativi. Nel consumatore si manifesta una maggiore voglia di ‘mettersi alle spalle un anno difficile’”.
“Per sostenere la presenza di negozi nel nostro tessuto urbano – conclude Roberto Ricchiardi - è importante che il Governo vada oltre al taglio del cuneo fiscale, introducendo un’IVA agevolata sui prodotti di moda e in particolare su quelli Made in Italy, un bonus moda per l’acquisto di prodotti ecosostenibili e un canone di locazione commerciale concordato tra locatori e conduttori per ridurre il peso degli affitti”.
“Con la speranza - interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – che si consolidi la corsa allo shopping e che i saldi invernali siano un’occasione importante per entrambi, il cliente/consumatore e l’imprenditore commerciale”.
Da Federazione Moda Italia-Confcommercio e Confindustria Moda un appello per le sfide future della filiera
I Presidenti di Federazione Moda Italia-Confcommercio e di Confindustria Moda si sono incontrati per discutere importanti valutazioni sulla filiera della moda.
La filiera rappresenta un valore di 109 miliardi di euro per la parte industriale e 64,5 miliardi di euro per il retail. Questi dati sottolineano l’importanza economica e sociale di questo settore.
Nel corso dell’incontro, sono state condivise le preoccupazioni riguardo all’anno 2024, soprattutto in relazione all’impatto delle nuove normative europee sull’eco-sostenibilità e alle nuove disposizioni che riguarderebbero i ritardi nei pagamenti tra clienti e fornitori. Tali questioni si aggiungono alla situazione geopolitica e climatica, che sono state oggetto di discussione.
È emerso chiaramente che la buona salute del comparto moda dipende dalla capacità di creare un sistema integrato tra tutti gli attori coinvolti. Questo incontro rappresenta un passo importante verso una collaborazione più stretta per affrontare le sfide attuali e future del settore.
Federazione Moda Italia-Confcommercio: Caldo prolungato di settembre frena i consumi di abbigliamento e calzature
Secondo i primi dati del sondaggio sulle aziende associate a Federazione Moda Italia-Confcommercio, il mese di settembre si è concluso con un calo delle vendite del 6% registrando una ridotta propensione agli acquisti di moda per le eccezionali condizioni metereologiche. Il 54% ha evidenziato un valore delle vendite negativo, a fronte di un 27% positivo e un 18% stabile.
«In un settembre caldo con temperature sorprendentemente miti nonostante il cambio di stagione – afferma Federazione Moda Italia- Confcommercio - i negozi di moda hanno registrato il rinvio di almeno un mese degli acquisti di maglieria, giacche, abiti, giubbotti, abbigliamento e calzature più pesanti sia per la donna che per l’uomo. Dal punto di vista dell’offerta commerciale la stagione estiva è finita, ma quella metereologica sta mettendo in difficoltà i nostri negozi che devono affrontare gravosi problemi che vanno da magazzini sempre più pieni ed assortiti alle sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, nonché spese generali come tasse, costi energetici, affitti indicizzati e costo del personale».
«Per affrontare questa emergenza – prosegue – Federazione Moda Italia-Confcommercio ritiene fondamentale trovare un accordo di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. Inoltre, ci aspettiamo un intervento governativo sulla riduzione dei costi di locazione al fine di alleviare la pressione finanziaria e una tassazione meno invasiva prevedendo anche la riduzione dell’IVA al 10% sui prodotti di moda ed in particolare su quelli made in Italy e sostenibili. Tutto questo per evitare che un grande patrimonio rappresentato dai negozi di vicinato possa essere intaccato procurando la perdita di migliaia di posti di lavoro».
«È poi fondamentale – conclude Federazione Moda Italia-Confcommercio – sottolineare il ruolo cruciale dei negozi di moda nella vita delle nostre città, dei nostri paesi e dei nostri centri storici contribuendo alla crescita non solo economica ma anche sociale e psicologica».
Federazione Moda Italia-Confcommercio: saldi estivi in linea con il 2022 per sei imprese su dieci grazie allo shopping dei turisti stranieri
Secondo i dati del sondaggio sulle imprese associate a Federazione Moda Italia-Confcommercio, dopo il leggero calo delle vendite (-2,5%) registrato a luglio, ad agosto l’andamento è migliorato, ma ancora leggermente negativo (-1,7%) rispetto all’anno scorso e in linea con le previsioni di un anno piuttosto difficile per gli incrementi dei costi e del denaro dovuti all’impennata dell’inflazione. Il 58% ha comunque registrato un valore delle vendite dei saldi stabile (24%) o positivo (34%), a fronte di un 42% che ha registrato un calo.
«A chiusura della stagione c’è stato un aumento degli acquisti e degli affari per i consumatori grazie alle numerose iniziative a conclusione dei saldi in diverse località e il ritorno dei clienti e dei turisti nei nostri negozi– afferma Federazione Moda Italia–Confcommercio. L’importante presenza di turisti stranieri nelle città metropolitane e d’arte oltre che nelle località turistiche ha sicuramente aiutato lo shopping di qualità, lasciando una situazione a macchia di leopardo nel resto d’Italia. Gli amanti extra UE dello shopping Made in Italy sono stati, in particolare, americani, arabi, inglesi e si è assistito ad un ritorno, seppur ancora limitato, dei cinesi. I turisti europei provenienti da Francia, Belgio e Olanda hanno poi dimostrato un interesse particolare alla moda proposta dai nostri negozi».
«Dopo le vacanze – conclude Federmoda – si ritorna alla vita quotidiana, con le famiglie impegnate con il lavoro e la scuola e il mondo delle imprese di moda con le fiere e la fashion week milanese investendo sulle rinnovate tendenze del mercato tra stile, ricerca, innovazione e sostenibilità. I commercianti sono pronti con grande entusiasmo ad allestire le nuove vetrine con colori, modelli e capi di qualità che contribuiscono alla vivacità e alla vitalità dei nostri centri storici, delle vie commerciali e delle periferie delle città e dei piccoli paesi. Il momento impone delle riflessioni di filiera perché i rialzi di listino e il mantenimento dei budget dettati dall’industria della moda potrebbero non essere più economicamente sostenibili dai commercianti e dagli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati e gli effetti dell’inflazione. Fino ad oggi, noi commercianti abbiamo contenuto gli aumenti dei listini cercando di non scaricare tutti i costi sui consumatori, ma sarà importante dedicare tempo ed attenzione ai rapporti di filiera come abbiamo sottolineato al Ministro Adolfo Urso al Tavolo della Moda ad inizio agosto chiedendo anche una misura per ridurre il costo delle locazioni commerciali; un'Iva agevolata sui prodotti di moda Made in Italy e un bonus moda per l'acquisto di prodotti ecosostenibili».
Federmoda: "Servono sindergia di filiera e sostegni agli acquisti ecosostenibili"
Le priorità di Federazione Moda Italia al Tavolo della Moda presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Federmoda: "E' importante che il Governo ascolti le istanze della categoria con particolare riguardo ad un indispensabile intervento a copertura degli incrementi dei costi delle locazioni commerciali".
Il 1° agosto si è tenuto il secondo incontro del Tavolo della Moda, dopo quello di gennaio, organizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con tutte le componenti della filiera, dalla produzione agli showroom fino alla distribuzione commerciale. Commentando gli esiti della riunione, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha ringraziato il ministro Adolfo Urso "per l’importante segnale di attenzione manifestato in questo secondo incontro del Tavolo della Moda al settore moda fondamentale per la produzione del PIL nazionale. I negozi di abbigliamento, calzature, accessori, pelletterie, tessile casa ed articoli sportivi sono la spina dorsale economica delle nostre città, contando la presenza in Italia di 175.395 punti vendita tra 105.050 imprese attive e 70.345 unità locali in Italia che danno occupazione a 301.494 addetti”.
“Il Tavolo della Moda – prosegue Federmoda – rappresenta un’eccezionale occasione per valorizzare lo stretto legame tra negozi di moda e territorio e consolidare l’azione di confronto e dialogo con tutta la filiera soprattutto in momento in cui gli operatori commerciali, dopo aver contribuito a calmierare i rincari dei prezzi e l’inflazione, si trovano costretti a subire forti rialzi di listino e budget prefissati con richieste di ordini di merci non più facilmente sostenibili”.
“Visto l’attuale momento di particolare difficoltà del dettaglio moda e considerato l’obiettivo di continuare a garantire il mantenimento dei posti di lavoro e nuova occupazione – conclude Federazione Moda Italia-Confcommercio – noi operatori commerciali ci crediamo ma è importante che il Governo ascolti le istanze della categoria con particolare riguardo ad un indispensabile intervento a copertura degli incrementi dei costi delle locazioni commerciali, ad esempio, attraverso un credito d’imposta sugli affitti o l’introduzione della cedolare secca condizionata alla riduzione del canone; un ‘voucher moda’ per chi sostituisce nei negozi di prossimità un capo usato con uno nuovo; un'aliquota Iva agevolata del 10% sui prodotti di moda in particolare made in Italy e sostenibili. Occorre, infine, rivalutare mestieri come l’addetto alle vendite e il sarto che potrebbero essere ospitati anche all’interno dei negozi, puntando sulla formazione professionale”.
Saldi estivi 2023, si inizia giovedì 6 luglio
Ricchiardi, “I negozi di vicinato offrono assistenza grazie al confronto quotidiano con il cliente, la “Direttiva Omnibus” ha dettato regole precise da attuare anche all’intero mercato virtuale”.
Chiapella, “L’applicazione del Codice del Consumo permetterà di eliminare sacche di illegalità e riequilibrio nei rapporti di forza in un mercato che non può restare senza regole”
“Siamo pronti - dichiara Roberto Ricchiardi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – ad accogliere i clienti con l’assistenza e la consulenza propria dei negozi di vicinato, nel rispetto delle regole, grazie agli accordi nazionali con le Associazioni dei Consumatori”.
“Ci aspettiamo – precisa Ricchiardi - una crescita delle vendite di circa il 5% rispetto al 2022, anche se condizionati dalla ridotta liquidità a causa dei continui rialzi dei tassi d’interesse che condizionano fortemente i bilanci delle famiglie; inoltre, la novità di quest’anno è l’applicazione dal 1° luglio scorso del nuovo Codice del Consumo, che modifica le norme su sconti, promozioni, liquidazioni e saldi ed introduce per la prima volta una regolamentazione anche delle vendite online”.
Un’importante risposta alla richiesta di Federazione Moda Italia e Confcommercio a tutela del principio “stesso mercato, stesse regole”.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro – pari a 95 euro pro capite - per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.
La “Direttiva Omnibus” tratta dei temi legati alla corretta comunicazione dei ribassi dei prezzi, mettendo sullo stesso piano – questa è l’importanza della norma – il commercio in sede fissa con quello on line, quindi una maggiore severità nella disciplina delle pratiche commerciali scorrette ed un sistema sanzionatorio aggiornato ed efficace.
I saldi inizieranno domani, giovedì 6 luglio, per una durata di otto settimane ed interesseranno tutti quei settori soggetti all’evoluzione della moda ed alla stagionalità, quindi, per esempio, abbigliamento, calzature, accessori moda, abbigliamento sportivo, casalinghi e quant’altro.
L’uniformità di norme previste evita le cosiddette “migrazioni da saldi” ed un’inutile concorrenza tra territori.
“Con la speranza - interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – che si consolidi la corsa allo shopping ripartita lo scorso anno e che i saldi estivi siano un’occasione importante per entrambi, il cliente/consumatore e l’imprenditore commerciale”.
“L’augurio – conclude Chiapella – è che con l’applicazione della Direttiva Omnibus vengano eliminate le possibili sacche di illegalità e che vengano riequilibrati i rapporti di forza in un mercato che non può rimanere senza regole. Occorre dare certezze alle imprese per garantire i valori della nostra società, della nostra tradizione”.