Figisc-Anisa

Figisc-Anisa

Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti

FIGISC è la Federazione italiana che tutela i gestori degli impianti di carburante.La Federazione è da sempre attenta alle problematiche del settore,ed esercita un’attività di consulenza e assistenza a favore degli associati.

FIGISC tutela i rapporti degli associati con le diverse compagnie petrolifere, organizza incontri di categoria e si pone come obiettivo il dare risalto alla figura professionale dei gestori, anche attraverso un programma di corsi di formazione utili ad adempiere le incombenze burocratiche.

Consiglio Direttivo
Ermanno Allocco Presidente
Urbano De Angelis Consigliere
Pietro Zoccorato Consigliere
Massimo Fresia Consigliere
Giancarlo Gallesio Consigliere
Pierpaolo Alberto Consigliere

Il Consiglio dei Ministri rinvia l'esame del DDL carburanti per approfondimenti sulle criticità emerse e sottolineate, ripetutamente, dalla Categoria ed ignorate dal MIMIT

Uno spiraglio per riprendere a ragionare ed approdare ad una riforma condivisa da tutto il settore

Si apre - o, almeno, così sembra - uno spiraglio nel lungo confronto che, nel corso dell’ultimo anno, ha visto impegnata la Categoria con le rappresentanze delle compagnie petrolifere e dei retisti privati.

La chiusura di qualche (individuata) compagnia ha reso impossibile raggiungere un obiettivo che sembrava alla portata e che avrebbe consegnato a Governo e Parlamento -unitamente alle Risoluzioni promosse da maggioranza e opposizione e tutte approvate all’unanimità dalla X Commissione della Camera - di avere a disposizione un prezioso strumento per incardinare la Riforma di cui il settore ha bisogno.

Al Mimit, invece, non sono proprio riusciti a cogliere questo passaggio, ed hanno preferito arroccarsi in una strenua difesa di posizioni - a volte anche anacronistiche - che, come si è visto, prima hanno avuto il provvedimento negativo del Consiglio di Stato ed ora si sono infrante sull’evidente necessità di approfondimento di tematiche che non possono essere liquidate senza una preventiva condivisione di massima da parte delle rappresentanze delle forze sociali interessate. Cosa che Figisc/Anisa-Confcommercio e le altre federazioni di categoria hanno sempre chiesto ottenendo, in risposta, solo rifiuti al confronto (ma solo con le Organizzazioni di Categoria).

Ora la situazione cambia ed i temi possono essere affrontati da un’altra prospettiva: abbiamo la necessità, come settore, di costruire un’ipotesi di Riforma condivisa che - pur tenendo nel debito conto i desiderata del Governo - vada nel verso della facilitazione della transizione energetica e nella valorizzazione di nuovi carburanti. Con ampliamento dell’offerta all’utenza, del mantenimento del servizio (che, lo ricordiamo, costa 3,5 € cent/litro) nel territorio (soprattutto nelle zone più svantaggiate) e nella difesa degli aspetti sociali legati alla riduzione della rete.

Insomma non una Riforma che, come emerge dal testo presentato al CdM, sembra tenere conto dei problemi sollevati dalla Categoria, ma finisce per declinarli in maniera tale che, una norma che dovrebbe essere universale (magari a difesa della parte contrattualmente più debole), finisce per avvantaggiare una sola Parte (non i Gestori).
Sullo sfondo rimane un solo soggetto economico (ma in buona compagnia) che da sempre ha lavorato, nell’ombra, per far fallire la Riforma ove questa non fosse stata sovrapponibile al suo progetto di riassetto complessivo.

Ciononostante Figisc-Confcommercio è pronta - e si mette immediatamente a disposizione del Governo - per riprendere il lavoro dal punto nel quale è stato lasciato ma, senza veti e senza forzature per dimostrare tesi precostituite. A queste condizioni Figisc c'è.

Siglato l'accordo collettivo aziendale tra Eurogarage Italia (marchio Esso) e le organizzazioni dei gestori, tra cui Figisc, per il gestore commissionario

Una significativa e concreta conferma della figura del gestore degli impianti di carburanti in contrapposizione a chi nel settore mira a forme contrattuali anomale e di basso profilo

Nei giorni scorsi le Organizzazioni dei gestori italiani, tra cui Figisc, hanno sottoscritto con la Eurogarages Italia spa, la più grande rete di impianti a Marchio Esso, l’Accordo per definire le condizioni economiche e contrattuali dei Gestori “Commissionari”.

Nell’esprimere grande soddisfazione per l’Accordo citato, giunto al termine di un intenso percorso negoziale iniziato a settembre scorso, il Presidente di Figisc manifesta il proprio apprezzamento per il Gruppo dirigente di EG che ha fortemente voluto condividere la conferma del ruolo insostituibile del Gestore, al centro della strategia commerciale, in un contesto in cui appaiono distorsioni e anomalie contrattuali del mercato della distribuzione carburanti volte a destabilizzare il settore, con strategie miopi quanto fallaci.

E ancora più significativo il fatto che trattasi di un Accordo collettivo aziendale siglato con il più importante “retista privato” del settore.

È proprio con la individuazione di regole certe, di rispetto per tutti gli attori della filiera, con la consapevolezza che le microimprese di gestione di un impianto carburanti debbono avere dignità contrattuali e condizioni economiche adeguate, che si può competere nel mercato, contando su partner affidabili e non inquadrando il soggetto che conduce gli impianti come un antagonista.

In questa ottica e con questi obiettivi, l’Accordo con EG sul Gestore-Commissionario, definito in un corretto confronto negoziale nell’ambito delle normative vigenti in tema di contrattazione nazionale, appare sempre più innovativo, capace di dare flessibilità alle politiche commerciali, in totale e coraggiosa controtendenza rispetto a chi, invece, intende operare in assoluta autonomia, disconoscendo le regole del confronto e della discussione.

Nei prossimi giorni, le Organizzazioni dei gestori italiani, tra cui Figisc, si attiveranno per organizzare degli incontri sul territorio per illustrare ai Gestori gli aspetti e le opportunità che l’Accordo contiene, nella prospettiva di dare al comparto della distribuzione carburanti modelli contrattuali concertati, in linea con la normativa speciale di settore, in grado di contrastare chi intende continuare a muoversi, di converso, nell’ambito di temerarie costruzioni giuridiche che nascondono ampie sacche di illegalità.

Il Consiglio di Stato, con sentenza appena depositata, accoglie il ricorso presentato dalla nostra federazione contro il cartello del prezzo medio. Cancellato l'articolo 7 del DM Urso.

Se le nostre federazioni avevano ragione fino ad avventurarsi in un lungo contenzioso giudiziario, ora, chi ha negato l'evidenza dovrebbe trarre le conclusioni

In attesa di un più ragionato e dettagliato commento, Fegica e Figisc ritengono che, intanto, debba essere resa nota la determinazione del Consiglio di Stato che ha accolto quella parte del ricorso riguardante il “Prezzo Medio” regionale e Nazionale, abrogando, per intero, l’articolo 7 del contestato Decreto (anche per la parte sanzionatoria).

È una vittoria della Categoria che, dopo aver offerto disponibilità e collaborazione a trovare soluzioni compatibili con un’attività -quella svolta dai Gestori- che è stata considerata come ininfluente, si è trovata di fronte a “immarcescibili” chiusura ed alla volontà del Governo (e del Ministro Urso, confortato dal suo Ufficio Legislativo) di andare comunque avanti. Ignorando anche le azioni sindacali promosse da Fegica e Figisc.

È una vittoria della ragione che non si è lasciata piegare ad interessi di parte e non si è prestata ad essere scambiata con acquiescenza o rapporti (più o meno) preferenziali: i diritti sono i diritti della Categoria e non sono negoziabili; la collaborazione e la costruttività intorno al tavolo di confronto istituzionale, non è mai stata (e continua a non essere) in discussione, senza per questo rinunciare ad esercitare il ruolo.
È una vittoria di ogni singolo Gestore -soprattutto quelli che hanno subito l’onta della vessazione o le multe per 15 minuti di ritardo- che, attraverso le Organizzazioni di rappresentanza -Fegica e Figisc- hanno creduto che ottenere ragione fosse possibile (e non improponibile).

Ora il Governo e, soprattutto, il Ministro Urso (e il suo ufficio legislativo) devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza. Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di Categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione.

La vicenda dimostra che ingaggiare un “braccio di ferro” con la Categoria non determina il risultato atteso.
Noi, siamo, come sempre pronti al confronto ma senza l’imposizione di diktat.

Figisc-Confcommercio su prezzi benzina: “Calo da quotazioni internazionali, non da cartelli”

“Con buona pace del Ministro Urso non sono certo i cartelli con i prezzi medi ad aver fatto calare i prezzi, e non certo di ‘un terzo’, secondo le sue affermazioni, ma di alcuni cent, spostando l’asticella da 2 euro a poco più di 1,9”: così in una nota Figisc-Confcommercio, Federazione nazionale dei gestori carburante, sulle dichiarazioni di oggi del ministro Urso sui prezzi della benzina.

“Le ragioni – prosegue Figisc - vanno cercate in una diminuzione delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati per autotrazione, peraltro ancora in una fase di volatilità a causa della situazione in Medio Oriente. Anche gli aumenti del greggio di questi giorni non hanno influito pesantemente, perché chi decide i prezzi - le compagnie, non certo i benzinai - ha scelto di tenere un profilo basso sui margini, almeno in questa fase”.

Sostenere che è il cartello a far diminuire i prezzi, secondo Figisc, è pura narrazione propagandistica: se il cartello, finora, non li ha fatti aumentare verso l’alto per effetto di un riallineamento verso la media, certamente non li ha fatti diminuire. Il meccanismo dei prezzi funziona sulle quotazioni dei prodotti, sul tasso di cambio e sul mantenimento di un livello stabile dei costi e margini del complesso sistema distributivo.

“Non è un inutile pezzo di carta o di plastica, con un numero di pura astrazione statistica a determinare il mercato - conclude Figisc - ed è fuorviante ed irresponsabile illudere il consumatore con questa narrazione.”

Cartello dei prezzi: un provvedimento ancora in giudicato

I prezzi aumentano ed il cartello, inutile per i consumatori, non li fa scendere

Sulla questione del cartello dei prezzi medi dei carburanti, il Consiglio di Stato ha invitato il TAR del Lazio ad una "sollecita fissazione dell'udienza di trattazione del merito del ricorso" (a suo tempo presentato da FEGICA e FIGISC-Confcommercio avverso al provvedimento governativo dell'obbligo di esposizione dell'ulteriore cartello) in quanto le questioni di legittimità costituzionale prospettate dai ricorrenti "meritano l'approfondimento tipico della fase di merito" e la "necessità di valutare in profondità l'adeguatezza della misura" (anche con riferimento a rilievi di legittimità costituzionale proposti).

Questo è quanto fanno sapere in una nota congiunta le Organizzazioni di categoria dei gestori che evidenziano come la vicenda sia ancora sotto esame e che l'intero provvedimento, a tutti gli effetti operativo dall'inizio di agosto, si fondi su profili giuridici tutt'altro che scontati, specie in relazione alle sanzioni più penalizzanti.

La nota di FEGICA e FIGISC-Confcommercio ricorda, altresì, come dal 1° agosto i prezzi di benzina e gasolio siano aumentati (in media aritmetica tra le regioni) tra i 4 della benzina e i 9 cent/litro del gasolio, corrispondenti circa all'intervenuto aumento nello stesso lasso di tempo delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati.

Ma se la funzione del cartello - secondo quanto affernati dal Governo - doveva essere quello di "far abbassare i prezzi", l'aumento si rivela sia una palmare dimostrazione della sua evidente inutilità per il consumatore, sia, per contro, una conferma dei timori espressi dall'Antitrust che la diffusione del dato del prezzo medio - citazione testuale - può "determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento".

La tensione sui prezzi e le vere cause del loro aumento - secondo le Organizzazioni dei gestori - necessitano di interventi organici, anche, se compatibili, di ordine fiscale, non certamente di una banale "caccia alle streghe" che diffonde l'idea che i prezzi aumentano, ancora una volta, a causa dei "soliti" benzinai mariuoli. Per inciso, i prezzi superiori alla media nel mese di agosto sono solo il 3,4% di tutti i prezzi self praticati dai punti vendita.

E, a proposito delle intense attività degli Organi di controllo svolto nelle ultime settimane nella rete distributiva - concludono FEGICA  e FIGISC-Confcommercio -, si investe molta attività degli organi di controllo sui prezzi (rarissime eccezioni) che risultano eccezionalmente elevati (e dai quali i consumatori si tengono lontani), mentre vi sono ampie zone "grigie" di mancata comunicazione dei prezzi, così come prezzi inusualmente bassi e difficilmente compatibili con la sostenibilità di tutti i costi ed imposte che gravano mediamente sul carburante: questa la direzione verso cui sarebbe assai più utile indirizzare l'investigazione.

Figisc-Confcommercio: "Tempesta internazionale per i prezzi, ma non sarà il cartello del prezzo medio a farli scendere"

"Le forti tensioni sui prezzi dei carburanti che si registrano in questi giorni sono effetto della situazione internazionale dei mercati» dichiara Figisc, federazione dei benzinai Confcommercio, «Sotto l’effetto dei tagli alla produzione, dell’aumento della domanda, del decrescere delle scorte e di un gap della raffinazione dei prodotti raffinati del 20 % rispetto alla domanda, questa è purtroppo la conseguenza alla pompa, una conseguenza allargata al mondo intero e non certo solo al nostro Paese».

"Da quando i prezzi hanno cominciato a salire gradatamente, ossia dal 17 maggio, al 30 luglio le quotazioni dei prodotti raffinati sono salite per la benzina da 0,560 a 0,666 euro/litro, con un salto di 0,106 euro/litro (=0,129 con IVA), e per il gasolio da 0,550 a 0,678 euro/litro, con un incremento pari a 0,128 euro/litro (=0,156 con IVA) – spiega BEARZI - nello stesso intervallo, i prezzi alla pompa sono cresciuti così: benzina in modalità self, da 1,812 a 1,912 euro/litro, con aumento di +0,100, in modalità servito, da 1,963 a 2,059 euro/litro, con incremento pari a +0,096; gasolio in modalità self, da 1,656 a 1,766 euro/litro, con crescita di +0,110, in modalità servito, da 1,811 a 1,914 euro/litro, con incremento pari a +0,103, in altre parole il prezzo alla pompa è cresciuto di qualche centesimo in meno rispetto al trend del mercato".

Secondo Figisc, ci troviamo di fronte ad un’altra tempesta dei prezzi che nulla ha a che fare con supposte manovre speculative sulla mobilità d’agosto degli italiani, e sostenere queste tesi significa creare complottismo e disinformazione sulle vere ragioni degli aumenti.

"Ma anche che si parli del famoso “cartello del prezzo medio”, che va in vigore da domani, come strumento miracoloso che farebbe addirittura diminuire i prezzi è fuorviante e persino ingannevole se intende convincere il consumatore che un cartello riesca ad annullare gli effetti della tensione che ha motivazioni e diffusione internazionale." conclude Figisc-Confcommercio "Peraltro, in un regime di prezzi liberalizzati da trent’anni il “prezzo medio" ha un valore solo astratto e non costituisce nessun diritto per il consumatore di esigere "quel" prezzo; anzi, come ha spiegato Antitrust il rischio è che i prezzi oggi più convenienti tendano ad allinearsi ad un livello più alto. Insomma, il cartello, in questa fase e per le motivazioni già dette, non solo non aiuta ma non c’entra proprio nulla!"

Comunicato Gestori Impanti Stradali Carburanti

La quarta sezione del TAR del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva urgente dell'obbligo di esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti dal primo agosto, In merito le Associazioni di rappresentanza dei Gestori Fegica e Figisc Confcommercio, annunciano l'appello immediato al Consiglio di Stato, auspicando l'accoglimento delle motivazioni che le hanno indotte a presentare il ricorso avverso i provvedimenti governativi. In questo senso, prosegue il comunicato, Fegica e Figisc confermano la propria ferma determinazione diretta alla tutela, in ogni sede, dei legittimi diritti di una Categoria che non ha, come noto ormai a tutti, nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti e, nonostante tale accertata evidenza, risulta destinataria di nuove norme e nuovi obblighi, di cui ribadiscono l’assoluta inutilità e la devianza del cartello del “prezzo medio”, che non porterà alcun vantaggio ai consumatori, ma come, più volte espresso dalla stessa AGCM, è incompatibile ai fini della concorrenza.

Figisc-Confcommercio: Prezzi carburanti: niente speculazioni estive, sono stabili e sotto gli aumenti internazionali dei prodotti raffinati

"Come di consueto, nel periodo estivo si riaccendono le polemiche inutili sul prezzo dei carburanti" dichiara FIGISC-CONFCOMMERCIO, l’associazione di categoria dei gestori delle pompe di carburanti "Secondo la tesi di alcune associazioni di consumatori “le compagnie ne approfittano per aumentare i listini della benzina e del gasolio, tanto sanno che gli automobilisti in partenza dovranno pagare comunque", secondo il consueto copione complottista di ogni estate, Pasqua e Natale».

Il Sindacato dei benzinai invita a guardare i numeri veri: la benzina a fine giugno costava in self in media 1,849 euro/litro, 1,851 presso le pompe delle petrolifere, in servito in media 2,000 euro/litro e 2,027 dai punti vendita delle compagnie; a ieri (17 luglio) i prezzi erano in self rispettivamente 1,866 e 1,870 ed in servito 2,015 e 2,043; la differenza è per il self di +0,017 e di +0,019, a seconda che si parli della media generale (incluse le pompe bianche) o dei prezzi delle petrolifere, al servito la differenza è +0,015 e +0,016 euro/litro.

Se si parla di gasolio, a fine giugno costava in self in media 1,690 euro/litro, 1,692 presso le pompe delle petrolifere, in servito in media 1,845 euro/litro e 1,871 dai punti vendita delle compagnie; a ieri (17 luglio) i prezzi erano in self rispettivamente 1,713 e 1,717 ed in servito 1,866 e 1,894; la differenza è per il self di +0,023 e di +0,025, a seconda che si parli della media generale (incluse le pompe bianche) o dei prezzi delle petrolifere, al servito la differenza è +0,021 e +0,023.

"Nello stesso periodo (ossia dal 30 giugno al 17 luglio)» precisa Figisc «la quotazione dei prodotti raffinati sul mercato del Mediterraneo (sulla cui base viene formato il prezzo nella filiera) è aumentata da 0,566 a 0,598 euro/litro per la benzina e da 0,555 a 0,589 per il gasolio: per la prima l’aumento è di +0,032 euro/litro, che con IVA diventa +0,038, per il secondo l’incremento è di +0,034 euro/litro (+0,041 con IVA). A ben vedere, pertanto, le quotazioni sono aumentate più di quanto sia aumentato il prezzo alla pompa, che rimane sotto la crescita dei raffinati tra 0,018 e 0,020 euro/litro".

"I prezzi della benzina al servito attorno (poco sotto o sopra) ai 2 euro/litro vanno avanti da mesi – con una fase attorno a 1,970-1,980 tra i primi di maggio ed i primi di giugno -» conclude Figisc «ma qualcuno se ne accorge solo adesso per montare l’abituale diatriba balneare e per rinverdire la “soglia psicologica” dei 2 euro. Magari anche ricordiamo che di 2,00 euro/litro di benzina servito, 1,090 sono tasse: ossia accisa ed IVA, e che per il benzinaio restano 0,050 euro/litro, qualsiasi sia il prezzo finale. Se d’estate non si sa di cosa scrivere, magari evitiamo di riciclare vecchie veline!"

Sottoscritto l'accordo fra Fegica-Figisc-Faib e la Italiana Petroli

Ora si apre un nuovo capitolo dei rapporti fra i gestori e la compagnia che, in un quadro instabile, fissa principi e criteri che rappresentano, per i gestori, una garanzia per il futuro

Dopo una trattativa che è durata circa 6 mesi, finalmente raggiunta l’Intesa che regolerà i rapporti fra IP e Gestori fino al 30 Giungo 2026, novando un Accordo appena scaduto (che di per sé è già una novità).
Forse si sarebbe potuto raggiungere l’Intesa anche prima ma, come sempre accade, è nei dettagli che si annida qualche ritardo.
Figisc e Fegica, che hanno voluto fortemente l’Accordo, esprimono soddisfazione e sottolineano come questa Intesa rappresenti un ulteriore passo nella stabilizzazione dei rapporti fra Azienda e Gestori, già novati con l’Accordo del 2020.
Si tratta di guardare al futuro e mostrare attenzione alla Categoria -con interventi concreti- ed all’evoluzione delle problematiche dell’intero settore: si trattava di fare uno sforzo che mettesse al centro non le sole questioni economiche (che pure sono state rivalutate significativamente) ma anche l’esame critico del governo degli sviluppi economico-normativi (nazionali ed europei) che porteranno, nel giro di pochi anni, ad una vera e propria rivoluzione del settore.
Figisc e Fegica, sono convinte che i processi di trasformazione o si governano stando all’interno dei processi stessi o si subiscono. Passivamente.
Per questo motivo le due Federazioni hanno ritenuto che il punto di caduta raggiunto il 22 di Giugno con IP possa, a ragione, essere considerato non come mero approdo di una vicenda che ha origini lontane e sbiadite ma un nuovo inizio dei rapporti con la controparte (in questo caso IP).
La visione un po’ stucchevole che tutto ha inizio e fine con il “margine” senza porsi il problema di cosa accadrà domani e senza preoccuparsi se nei prossimi mesi (anni) l’impianto rimarrà o quale sarà il mix delle vendite fra self e servito, con questo Accordo e con la riconferma di un unico Margine viene definitivamente liquidata.
Il “margine unico” (nei nuovi valori) non è un vezzo da contrapporre a chi, ancora, nega questa possibilità e costringe i Gestori a defatiganti maratone per consolidare -spingendo all’esasperazione le vendite in modalità servita- un bilancio minimo. Soprattutto in una fase di servito calante (in consolidamento).
Le vendite in servito -incassato il margine unico- devono rappresentare -come in IP- un “premio” che si aggiunge al margine: non una parte del margine!
In questo sta la soddisfazione che Figisc e Fegica hanno espresso, al momento della firma, anche al Direttore Vendite dell’Azienda che ha avuto la coerenza, insieme al suo staff, di continuare sulla strada che era già stata tracciata (ma non seguita da altri).
Ora si apre un’altra stagione e sarà difficile -per gli amanti del doppio/triplo margine- non fare i conti con una realtà che ha trovato e trova applicazione nella prima rete -per punti di vendita- che opera in Italia.
Ci sono poi, altri elementi che saranno illustrati nel corso di specifiche riunioni che si terranno alla presenza dell’Azienda e delle Organizzazioni di Categoria, per illustrare i contenuti dell’Accordo.

Come preannunciato, in coerenza con gli impegni assunti nei confronti della Categoria, Figisc e Fegica attivano l'iniziativa legale contro il prezzo medio codificato nel decreto attuativo della Legge 23/2023

Incontrati i legali che dovranno predisporre - in tempi brevissimi - il ricorso al Tar per chiedere la sospensiva di una misura iniqua e dannosa, per i gestori e per i cittadini

Avevamo assunto l’impegno di portare avanti questa battaglia su un provvedimento ingiusto ed iniquo, che non ha alcuna giustificazione  strategica per essere emanato.

Non è stato sufficiente rappresentare al Governo ed al MiMIT le contraddizioni di questo provvedimento che moltiplica gli adempimenti, gravando il settore di un ulteriore onere improprio senza che ciò favorisca il contenimento dei prezzi al pubblico che non sembrano essere di interesse.

La stessa Antitrust, in pubblica audizione alla X Commissione della Camera dei Deputati, ha sottolineato il rischio di un “vulnus” al principio della concorrenza senza che ciò lasci ipotizzare un vantaggio per i consumatori. Neppure questa posizione -autorevole e terza- è stata presa in considerazione ed il ministero ha tirato dritto anche “rimangiandosi” assicurazioni che aveva fornito a tutti gli operatori del settore.

Di fronte a tale spavaldo modo di affrontare questioni delicate per la vita di migliaia di Gestori ed essenziali per la sopravvivenza di migliaia di lavoratori impegnati nella distribuzione carburanti, dopo gli scioperi ed i moniti giusti da più parti; dopo gli emendamenti cancellati in sede di conversione del DL; dopo gli ordini del giorno parlamentari disattesi; dopo aver lanciato nell’agone il tema della “riforma del settore” come tentativo di distrazione, a Fegica e Figisc non è rimasto altro che rivolgersi alla Magistratura Amministrativa affinché verificasse se l’Amministrazione, con il Decreto, sia andata, con un eccesso di zelo, al di là dei propri poteri e finanche della volontà del legislatore.

Fegica e Figisc intendono chiarire, inoltre, che quella dei Gestori è l’unica Categoria -in Italia ed in Europa- che già oggi è obbligata a comunicare -settimanalmente- a pena di sanzioni, ad un Osservatorio Pubblico, i prezzi effettivamente praticati per un prodotto che ha già assolto, a monte l’accisa dovuta allo Stato e per la cui distribuzione hanno un margine medio di circa 3 €cent/lt.

Ma lo stesso obbligo non è previsto neppure per i farmaci salva vita, per i beni di prima necessità (anche ad Iva agevolata) e neppure per i rifornimenti dei veicoli elettrici che sono penalizzati dall’opacità del prezzi a vantaggio dei produttori di tale “carburante”.

L’impressione è che si voglia colpire una sola Categoria ledendo la dignità dei Gestori ma anche scrivendo una brutta pagina su decisioni “di potere” discriminatorie assunte non a favore dei cittadini ma contro una sola Categoria.

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Il Consiglio dei Ministri rinvia l'esame del DDL carburanti per approfondimenti sulle criticità emerse e sottolineate, ripetutamente, dalla Categoria ed ignorate dal MIMIT

Uno spiraglio per riprendere a ragionare ed approdare ad una riforma condivisa da tutto il settore

Siglato l'accordo collettivo aziendale tra Eurogarage Italia (marchio Esso) e le organizzazioni dei gestori, tra cui Figisc, per il gestore commissionario

Una significativa e concreta conferma della figura del gestore degli impianti di carburanti in contrapposizione a chi nel settore mira a forme contrattuali anomale e di basso profilo

Il Consiglio di Stato, con sentenza appena depositata, accoglie il ricorso presentato dalla nostra federazione contro il cartello del prezzo medio. Cancellato l'articolo 7 del DM Urso.

Se le nostre federazioni avevano ragione fino ad avventurarsi in un lungo contenzioso giudiziario, ora, chi ha negato l'evidenza dovrebbe trarre le conclusioni

Cartello dei prezzi: un provvedimento ancora in giudicato

I prezzi aumentano ed il cartello, inutile per i consumatori, non li fa scendere