Federmotorizzazione
Federmotorizzazione
Federmotorizzazione - Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione – rappresenta e tutela sul piano nazionale, gli interessi delle categorie imprenditoriali appartenenti al settore della mobilità, quali: venditori di autoveicoli - cicli - motocicli e ciclomotori - parti di ricambio e pneumatici - vendita di prodotti nautici e veicoli ricreazionali "sea & snow" - attività di autorimessa e autoriparazione.
Federmotorizzazione aderisce alla Federazione Nazionale del Settore della Mobilità, CONFCOMMERCIO MOBILITA' - Confcommercio Imprese per l’Italia.
La Federazione ha come obiettivo la fattiva collaborazione con tutte le realtà del comparto presenti sul territorio nazionale. Tale sinergia ha come fine:
- l’aumento della visibilità interna ed esterna dell’associazione;
- l’avvio di processi informativi verso gli associati,
- la conoscenza e lo sviluppo associativo verso i territori
- l’aggregazione con altri livelli associativi per rappresentare al meglio il sistema della mobilità;
- l’individuazione di aree tematiche di interesse per la realizzazione di convegni su dimensione provinciale, regionale e nazionale.
Tra i progetti realizzati dalla Federazione vi è la stesura di un documento programmatico per il settore automotive creato in collaborazione con tutte le realtà rappresentative del comparto presenti in Confcommercio, oltre ad un importante programma convegnistico itinerante con lo scopo di creare una rete di comunicazione efficace e a favore della categoria.
Mercato dell’auto con il “freno a mano” delle elettriche pure (sotto il 4%)
Federmotorizzazione-Confcommercio: "troviamo la via italiana alla transizione verso la decarbonizzazione"
Nei primi tre mesi dell’anno, rileva Federmotorizzazione-Confcommercio, sono state 432.000 le autovetture immatricolate (+5,7% rispetto allo stesso periodo del 2023), con un rallentamento, però, a marzo dopo diciannove risultati mensili positivi.
Immatricolazioni delle auto elettriche e ibride “alla spina”: nel primo trimestre dell’anno sono state 35.568 con una quota complessiva dell’8,2%, trascinate al ribasso dal calo più pesante delle elettriche pure che scendono sotto la quota del 4% (attestandosi al 3,8%).
Il mercato, insomma, continua a non premiare l’elettrico ricaricabile. Il dato emerge anche dall’andamento degli ecoincentivi: resta limitata la richiesta di contributi riservati alle vetture elettriche, mentre sono andati esauriti in poche settimane quelli per le auto endotermiche meno inquinanti. I motivi di questa scelta da parte dei consumatori non cambiano: dal prezzo, più alto rispetto alle vetture tradizionali endotermiche, alle incertezze legate ad una tecnologia (le batterie) che si ritiene ancora non ottimale, alle scarse infrastrutture di ricarica nel nostro Paese. L’attesa dei nuovi ecobonus, infine, annunciati dal Governo e previsti a maggio, provoca un rinvio degli acquisti.
“L’automobile – rileva Federmotorizzazione-Confcommercio - è sempre stata considerata uno strumento al servizio dell’utente, ma l’auto elettrica ha cambiato il paradigma, sentendosi di fatto l’utente al servizio dell’auto. Occorre infatti, sulle lunghe percorrenze, programmare il viaggio organizzando le necessarie soste per la ricarica che, oltre a costituire un vincolo, allunga i tempi del viaggio stesso. L’auto, fin dalla sua origine, ha costituito il simbolo della libertà di movimento, l’elettrica limita molto questa libertà”.
“Dobbiamo trovare – prosegue Federmotorizzazione - una via italiana alla transizione verso la decarbonizzazione. Mettendo da parte ideologie che da noi non hanno presa e sfruttando altre tecnologie a partire dalle prossime vetture Euro 7, i cui protocolli sono stati recentemente semplificati, ed i nuovi carburanti che eliminano l’impronta carbonica, pur utilizzando veicoli endotermici”.
“Auspichiamo – conclude Federmotorizzazione-Confcommercio - che il Governo stanzi maggiori fondi per le auto ibride ed endotermiche di ultimissima generazione così da poter rinnovare un parco auto vetusto e al tempo stesso migliorare la qualità dell’aria: puntare sull’elettrico sta ritardando il processo di rinnovamento del circolante. Si inizia a parlare di incentivi alla rottamazione anche in assenza di acquisto o di sostituzione con auto usata meno inquinante. Peraltro, il vento sta cambiando: anche la Germania, che pure è stata determinante in Europa nella scelta dell’elettrico e che ha stanziato generosi contributi agli utenti per incentivare l’acquisto di vetture elettriche, ha già deciso la fine di queste incentivazioni ed altri Paesi stanno operando scelte analoghe”.
Auto elettriche, perché il mercato è in frenata. Mancate richieste ed auto invendute nei concessionari. Tra i motivi: prezzi elevati, incertezza sulle batterie e autonomia limitata
Stop nel 2035 alla produzione dei veicoli endotermici: siamo fiduciosi che, dopo il voto europeo, potrà prevalere una visione meno ideologica e più aderente alla realtà
Elettrico in difficoltà in un mercato dell’auto tra luci ed ombre. Le immatricolazioni nel 2023 sono state 1.590.000 (+19,1% rispetto al 2022), con numeri, però, ancora lontani dagli anni pre-pandemia, quando si raggiunsero 1,9 milioni di immatricolazioni: nell’ultimo quadriennio sono andate perse circa 2 milioni di vendite.
In questo contesto, si registra la difficoltà dell’elettrico ricaricabile. A dicembre 2023 erano presenti alcune migliaia di auto elettriche invendute in stock presso i concessionari. Nel mix di immatricolazioni vendute, solo il 4,2% è rappresentato da vetture BEV (elettriche pure), a fronte di un più consistente 36,2% di vetture ibride HEV, mentre quelle plug-in si sono attestate su percentuali pari alle BEV.
Il 2024 si è aperto con la previsione di stanziamenti a favore della mobilità sostenibile che includono 360 milioni residui della precedente incentivazione, avanzati per la mancata richiesta del mercato di acquisti di auto elettriche.
“Il mercato non sta premiando l’elettrico ricaricabile - commenta Federmotorizzazione Confcommercio - E questo nonostante gli ultimi anni siano stati caratterizzati dalla forte spinta alle vendite di auto elettriche, da parte dell’Europa, delle case automobilistiche e delle istituzioni; spinta che non ha tuttavia ottenuto gli effetti previsti”.
Ad ostacolare la vendita di auto elettriche è innanzitutto il prezzo, non alla portata del consumatore italiano medio, ma anche le incertezze legate ad una tecnologia, relativa alle batterie, che si percepisce ancora non allo stadio ottimale. Poi incidono anche le scarse infrastrutture di ricarica e, più in generale, le preoccupazioni legate all’autonomia limitata nei viaggi.
“Siamo fiduciosi che una più attenta valutazione di tutte queste implicazioni porterà, dopo il rinnovo del Parlamento europeo, ad una visione più aderente alla realtà che all’ideologia” osserva Federmotorizzazione. “Di fronte alla prospettiva del tutto elettrico subito, con lo stop alle immatricolazioni di autoveicoli endotermici nel 2035, sono già numerose le richieste di allungamento del termine, o di focalizzare non già la scelta di un’unica tipologia di mobilità (elettrica) bensì di eliminare l’impronta carbonica dei carburanti”.
“D’altronde – prosegue Federmotorizzazione - si sono affacciati sul mercato carburanti come l’idrogeno, i carburanti sintetici, ma soprattutto per quanto ci riguarda come Paese, il biocarburante, ottenuto da prodotti vegetali di scarto, che permetteranno di alimentare ed immatricolare anche oltre l’attuale limite i motori endotermici. Una maggiore comprensione dei problemi tende, inoltre, a valutare gli effetti delle emissioni durante tutto il ciclo di vita delle vetture, dalla fabbricazione allo smaltimento, facendo propendere ancora per le vetture endotermiche, senza dimenticare che il maggior fabbisogno di elettricità, se non coperto da fonti rinnovabili, incentiva l’uso del petrolio e derivati e persino del carbone, spostando la fonte di inquinamento dallo scarico dell’auto a quello delle centrali elettriche”.
“Il vento sta cambiando. Anche la Germania, che pure è stata determinante in Europa nella scelta dell’elettrico e che ha stanziato generosi contributi agli utenti per incentivare l’acquisto di vetture elettriche, ha già deciso di eliminare queste incentivazioni, senza le quali, come già dimostrato, l’elettrico non cresce. Ma anche le case automobilistiche che avevano scelto di orientare la produzione sull’elettrico – spiega Federmotorizzazione Confcommercio - sono in fase di ripensamento: se da un lato hanno compensato le minori vendite con l’aumento dei prezzi e della profittabilità, ora sono alle prese con disponibilità di vetture elettriche prodotte, ma invendute, in stock presso i concessionari. Parallelamente, come conseguenza, il mercato dell’usato, che rappresenta, oggi, oltre tre volte per dimensione quello del nuovo, è cresciuto non solo di volume, ma anche di valore pro-capite. Si sta realizzando così quello che in gergo viene definito ‘effetto Cuba’, ovvero i tempi di ricambio del parco auto si sono allungati e l’età media è aumentata, a scapito della sicurezza e dell’ambiente”.
Federmotorizzazione-Confcommercio: stato di crisi inascoltato. Ripensare in modo strutturale la politica degli incentivi.
Un anno in frenata il 2021 per l’automotive. L’insicurezza economica e l’instabilità sociale generate dall’emergenza Covid hanno causato un netto calo nelle immatricolazioni rispetto al 2019. Le immatricolazioni – fa il punto Federmotorizzazione-Confcommercio - hanno registrato un -23,5% con 1.475.393 unità rispetto al 2019 quando le immatricolazioni furono 1.928.197. Migliorano timidamente i dati solo nei confronti del 2020 (1.394.172 le auto immatricolate): +5,8% tenendo conto che le imprese del comparto sono rimaste chiuse più di un mese e mezzo a causa del lockdown.
Tra le auto immatricolate nel 2021, hanno ingranato la marcia le ibride elettriche - 427.924 unità - seconde solo alle 437.731 auto alimentate a benzina. Forte l’incremento percentuale delle auto elettriche - +538% - a fronte però di numeri assoluti bassi: il 4,58% del mercato con 67.542 immatricolazioni.
L’Ecobonus, ha rappresentato una boccata d’ossigeno, ma le non rilevanti risorse sono state esaurite in breve tempo.
“Quello dell’automotive resta uno stato di crisi inascoltato che mette in pericolo l’occupazione di decine di migliaia di addetti, con molti operatori a rischio di chiusura. All’unisono con le altre componenti associative del comparto automotive – rileva Federmotorizzazione-Confcommercio – abbiamo più volte invocato iniziative concrete di pianificazione strutturale degli incentivi per non rimanere sempre il fanalino di coda nell’evoluzione del parco circolante (ancora 10,5 milioni di veicoli ante_Euro 4) con tutto ciò che ne consegue non solo per l’ambiente”.
Il comparto dell’automotive conta globalmente oltre 430.000 addetti, compresi gli agenti, con quasi 126.000 aziende attive: vale circa il 5% del Pil e del gettito fiscale.
“Si stanno pagando – prosegue Federmotorizzazione – anche le difficoltà dovute alla carenza e all’aumento di costo di alcune materie prime come i semiconduttori” con tempi di attesa, per la consegna dei veicoli, che in molti casi superano i 3 mesi.
Critica anche la modalità di gestione della cosiddetta transizione energetica che si scontra con una realtà oggi acuita dalla carenza di energia e dal caro-bollette “che sta facendo riflettere – afferma Federmotorizzazione - sulla sostenibilità di questa visione, in particolare in termini di costi, disponibilità di energia e infrastrutture. Per la mobilità sarebbe più conveniente e sostenibile utilizzare la tecnologia già disponibile che azzera o quasi le emissioni dei motori più evoluti ed incentivare la ricerca di carburanti sempre più puliti e biocompatibili”.
“D’altra parte – prosegue Federmotorizzazione – lo stato attuale della tecnologia elettrica non consente di soddisfare le utenze ad alta percorrenza e le attuali caratteristiche delle batterie saranno oggetto di grandi innovazioni: diventeranno molto più leggere, economiche ed efficienti e questo crea una prospettiva di attesa che scoraggia ulteriormente l’acquisto”. Interessante notare che attualmente la ricarica dei veicoli elettrici, per l’80% avviene attraverso utenze domestiche, dimensione che arriverà presto a saturazione.
“Al Governo – conclude Federmotorizzazione – chiediamo perciò con forza un ‘bagno’ di realismo stanziando incentivi incentrati sulle basse emissioni senza la pregiudiziale della trazione elettrica. Questo fino al consolidamento della tecnologia che parifichi la trazione elettrica a quella endotermica in termini di costi, prestazioni, infrastrutture e disponibilità di energia”.
Chiediamo al Governo lo stanziamento di incentivi per l’acquisto di vetture usate
Il mercato dell’Auto ha segnato nel mese di settembre 2020 una crescita del +9,54% sulle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2019, una boccata d’ossigeno per gli operatori del settore che da marzo stanno annaspando in una delle più gravi crisi economiche del dopo guerra, alimentato finalmente da iniziative di sostegno mirate ma purtroppo di breve durata.
Il mese di ottobre, che aveva alimentato rosee aspettative, ha ben presto spento i nostri entusiasmi registrando nuovamente un lieve segno negativo sull’andamento del mercato (0,2%), con un totale di 1.123.194 immatricolazioni nei primi 10 mesi rispetto al 1.625.500 del 2019 (-34% rispetto ai volumi dell’anno precedente: circa 500.000 immatricolazioni perse). Questo calo è dato essenzialmente dall’esaurimento degli incentivi per le auto nuove, con sconti per le auto a basso impatto ambientale (pochi a dire il vero), stanziati dal Governo per il rilancio dell’Automotive. A dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in questo momento di difficoltà e incertezza l’unica leva per rianimare il settore auto è quello delle agevolazioni fiscali e degli incentivi.
Federmotorizzazione-Confcommercio già in aprile aveva avviato, al pari delle altre Associazioni di categoria, interlocuzioni con le istituzioni al fine di, dati alla mano, proporre soluzioni che potessero aiutare il settore e facilitare o promuovere l’acquisto da parte dei privati e delle aziende. Oggi ci troviamo a spalleggiare una proposta di Aniasa interessante, che avevamo già avanzato: chiedere lo stanziamento di incentivi per l’acquisto di vetture usate, purché con motore elettrico, ibrido o endotermico in classe di emissione Euro 6, dunque le più moderne. Per rendere economicamente sostenibile la proposta, se non fosse possibile concedere una somma da sottrarre al prezzo d’acquisto come avviene con gli incentivi per le nuove auto, condividiamo la proposta di erogare un bonus tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento dell’Imposta provinciale di trascrizione e del bollo auto nel caso di acquisti di queste tipologie di vetture.
Il settore dell’usato ha numeri molto importanti, superiori di gran lunga a quelli del nuovo, poiché una vettura usata può essere oggetto di compravendita più volte durante la propria vita funzionale e costituisce un ramo del mondo automotive che sorregge in misura importante il mercato degli operatori. L’acquisto di vetture nuove a basso impatto ha un costo importante e sempre meno, di questi tempi, alla portata di una vasta platea di utenti. Per questo motivo rivolgersi al mercato dell’usato può essere una valida soluzione che merita quindi finalmente attenzione anche per i benefici che può portare all’ambiente. Gli operatori dell’usato svolgono professionalmente questa attività, mettendo in campo una funzione di selezione e valutazione dei possibili canali di vendita (in base allo stato d’uso del veicolo), procedendo a manutenzioni anche straordinarie prima di metterlo in vendita e rilasciando garanzia. Incentivare quindi questo settore di vendite, permetterebbe uno “svecchiamento” del parco auto, eliminando le più obsolete e al tempo stesso, grazie ai rivenditori ufficiali e agli autosaloni, garantendo la totale sicurezza sul prodotto che si acquista, caratteristiche che non sono garantite dalle vendite tra privati.